“La transizione verso la radiovisione” è il rapporto di ricerca presentato da Censis in diretta streaming il 18 Marzo 2021 e che ha indagato i nuovi modi di vivere e di intendere la radio secondo gli Italiani.
Come emerge dalla ricerca, se in tempo di pandemia la TV nazionale ha registrato un aumento dell’ascolto medio del 37% rispetto allo stesso periodo del 2019, la radio si è trovata ad affrontare una situazione più complicata, per cui si è reso necessario rivedere le proprie regole del gioco e operare tutta una serie di cambiamenti.
La radiovisione consiste nei programmi radiofonici fruibili anche in formato video, alcuni esempi sono i videoclip musicali, la diretta del programma radiofonico, le interviste etc. La visual radio invece, è una tecnologia che consente di fruire i contenuti dei programmi radiofonici attraverso l’integrazione di infografiche (titolo del brano e autore, copertina album, banner pubblicitari).
Seppur il divieto di spostamenti, alternatosi tra zone gialle, rosse e arancioni ha fatto registrare un calo degli ascolti in auto, questi sono aumentati in casa, rispetto al periodo pre-Covid-19 (fonte istat). Sono infatti 27 milioni gli italiani che utilizzano device diversi da quello tradizionale e dall’autoradio e 19 milioni quelli che seguono la radiovisione e visual radio e che giudicano la prima come “piacevole (32,5%), innovativa (24,8%) e utile (19,3%).
A seguire più spesso la radiovisione, sono per la maggior parte uomini della fascia 35-64 anni, con diploma di scuola superiore e un’occupazione , seguiti dalle fasce 18-34enni e poi in piccola percentuale i 65enni di cui il 73.9% dichiara di non sapere cos’è la radiovisione.
Il luogo prediletto di ascolto è per il 77.8% la casa, seguito da bar, ristorante e altri esercizi pubblici (19,1%), mezzi di trasporto pubblici e privati, (16,5%) e palestra (il 14,4%).
Si arricchiscono inoltre le forme di interazione tra utente e radio, aumentano gli accessi ai siti delle emittenti, i download delle app, l’invio dei messaggi, il seguito di podcasts e i commenti anche in diretta sui contenuti.
Per il 52% degli italiani la radio del futuro è anche in video su piattaforme diverse (un fenomeno conosciuto come Simulticast), contro un 34,8% che continua a preferire solo audio e un 13,1% che non lo sa.
Questi dati confermano che se da una parte il sentimento per la radio resta positivo e sincero, dall’altra parte è richiesto un upgrade: La radio deve entrare nell’ottica del “just in time” per cui un contenuto deve essere personalizzabile in base a gusti e preferenze degli ascoltatori e pronto all’uso nel momento e nel luogo in cui il consumatore ne fa richiesta. Gli editori devono puntare tutto sulla multicanalità e considerare il cambiamento degli stili di vita, dei modi di fruizione dei contenuti (podcasts) e delle modalità di accesso (pc, smartphone, smartspeaker, tv)
Per entrare ancora di più nell’ottica della personalizzazione e vista la crescente richiesta di radio via streaming, è fondamentale per gli editori scoprire gli insights dei propri ascoltatori via IP, comprendere da dove si collegano e quali sono le loro preferenze e abitudini in termini di ascolto, il tutto per impostare una strategia win-win.
Oggi questo è possibile attraverso Statcast, il tool essenziale per analizzare i propri flussi in modo dettagliato. Con una interfaccia user-friendly, Statcast offre statistiche avanzate, grafici dinamici e report per monitorare le più preziose best-practices della propria radio.
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